sabato 16 luglio 2011

domenica 10 luglio 2011

Oh Beautiful Actress

Ci sono due donne velate che si avvicinano ad un pozzo per attingere l'acqua: una è brutta e superba, l'altra è bella e umile.
Visto che hanno la mantiglia, non si possono vedere.
La donna brutta vede allora il riflesso della donna bella nell'acqua del pozzo e pensa: "Quanto sono affascinante! Quanto sono fortunata ad essere me! Gli altri dovrebbero essermi grati per la mia bellezza!".
La donna bella, invece, vede il riflesso della donna brutta e pensa: "Sono orribile! Come possono gli altri tollerare la mia bruttezza?".
Così la donna brutta se ne va a testa alta, e la bella a testa bassa.

E' una vecchia storiella di quando ero bambina.
Me la sono ricordata perché ho visto le foto di una ragazza che conosco: il suo viso è un incrocio fra quello di Anne Hataway e quello di Emily Mortimer, è molto bella.
Solo che si fa un sacco di complessi perché è altissima, più o meno un metro e ottantacinque.

Sempre parlando di attrici, tempo fa un'amica di famiglia mi ha detto che le ricordavo un'immagine trovata in una rivista di cinema: raffigurava una ragazza bionda e pallida seduta su un letto (o qualcosa di simile), che si guardava sopra la spalla.
Mi sono illuminata e le ho chiesto tutta speranzosa se per caso intendesse Emily Browning nella locandina di Sleeping Beauty.

Lei ci ha pensato un po' su e poi ha fatto "Uhm, no, credo proprio di no".

Aimez-vous Queneau?

L'altro giorno ero in un bar con i miei: leggevo un romanzo di Paul Auster ed ero seduta accanto a un signore di mezza età che leggeva un libro anche lui - non riuscivo a capire di cosa si trattasse.
Come al solito, sono stata assalita dalla curiosità e ho improvvisato un sacco di giravolte assurde per riuscire a vedere il titolo (ho anche sbattuto la testa contro il tavolo). Poi, per puro caso, sono riuscita a vedere la copertina: era Quer pasticciaccio brutto de via Merulana.
Allora mi è venuto in mente che quando sono andata in biblioteca la settimana scorsa ero indecisa se prenderlo in prestito, quel libro lì, oppure no. Però alla fine l'ho lasciato sullo scaffale.
A quel punto sono stata assalita dal rimorso, perché mi sono detta che, se invece l'avessi scelto, probabilmente io e quel signore ci saremmo trovati gomito a gomito in quel bar con lo stesso libro fra le mani.
Chissà, magari sarebbe nata una bella amicizia.

Sempre l'altro giorno, in quel bar, ho conosciuto un'amica di mia madre, una donna sui trent'anni che portava degli occhiali da sole molto fighi: fra una cosa e l'altra, è venuto fuori che anche lei legge parecchio, e ci siamo messe a discutere di letteratura.
Ogni volta che lei pronunciava il nome di uno scrittore cominciava a spiegarmi nel dettaglio chi fosse - come se desse per scontato che non ne avessi sentito parlare.
L'ha fatto con Dacia Maraini, Edoardo Nesi e Raymond Queneau. Su Queneau ha cominciato a spiegarmi che si trattava di "uno scrittore francese del '900, che fece parte anche della corrente surrelista" eccetera eccetera.
Credo che si sentisse in dovere di fare la didascalica perché mi vedeva giovane. Al contrario, se si fosse rivolta a mio padre magari avrebbe dato per scontato che lui sapesse di cosa si stava parlando - anche se su queste cose non è proprio ferratissimo.
Riflettendoci, non ha molto senso.

martedì 5 luglio 2011

My favourite scene #2

Ecco la nuova rubrica estiva cinematografica, in cui si disquisisce dei miei momenti preferiti nei miei film preferiti. Ovviamente questa rubrica è piena di spoiler per chi non ha visto i film citati.

Il favoloso mondo di Amelie mi piace tantissimo tutto, ma soprattutto mi fanno impazzire i titoli di testa, dove ci sono tutti i giochi scemi che facevo anch'io da bambina.

 
 

sabato 2 luglio 2011

Never let me go, darling, never let me go


------ SPOILER OVUNQUE ------


Non lasciarmi, nonostante sia ambientato in Inghilterra, è uno dei libri meno occidentali che abbia mai letto: non è triste, è malinconico. Non è depresso, è rassegnato. Tutto sommato faccio fatica a considerarlo solo un romanzo di fantascienza, o di fantascienza distopica: stiamo parlando di una storia d'amore, una storia d'amore di quelle serie e commoventi come piacciono a me.

Ruth, Kathy e Tommy sono dei tre dei tanti cloni creati per fornire organi di ricambio agli esseri umani malati: sono stati creati per essere dei corpi, degli involucri. Vivono isolati dal mondo reale ad Hailsham, un grande collegio immerso nella compagna inglese, ignari di essere considerati repellenti esseri senz'anima dal resto della società. Fin da piccoli viene loro "suggerito" il loro destino, per cui nessuno si ribella.
Ma intanto Kathy e Tommy si amano, si sono sempre amati, nonostante Ruth - la confidente, l'amica, l'amante di Tommy - faccia del suo meglio per tenerli separati. Quando i due possono finalmente stare insieme, è troppo tardi: Tommy ha già subìto tre interventi e presto la quarta donazione metterà fine al suo ciclo.

Dicevo che si tratta di un romanzo molto poco occidentale. Nella nostra cultura, infatti, è inconcepibile la rassegnazione di questi ragazzi, inconcepibile che Kathy e Tommy non lottino per il suo amore: fuggite, diremmo loro, ribellatevi agli schemi, alla società. Sfuggite al vostro destino.
Non lasciarmi è un libro bellissimo, ma così dolente. A parte le spaventosa riflessione sulla tecnologia, a parte i dubbi etici su quando e perché si possa considerare qualcuno un essere umano, a parer mio il quid della faccenda è: come si può accettare un destino del genere? Come si può rinunciare a una vita vera, a un compagno o compagna, a dei figli, una casa... in altre parole a delle scelte?
C'è una parte megnifica verso l'inizio, quando Kathy ascolta Never let me go dell'immaginaria cantante Judy Bridgewater abbracciata a un cuscino, e Madame vedendola scoppia a piangere.
Una bambina di nemmeno dieci anni che è felice mentre ascolta la sua cassetta preferita, non sapendo che avrà pochissime altre occasioni per esserlo prima di donare i suoi organi a qualche sconosciuto (e nemmeno volontariamente): sì, mi sarei messa a frignare anch'io.

Kazuo Ishiguro, Non lasciarmi
Edizioni Einaudi, 2006
Traduzione di Paola Novarese
Prezzo: euro 12

Le amiche di mia cugina non mi stanno troppo sui suddetti

Sono tornata a cuginopoli.
Be', diciamo che una o due per volta le sue amiche non sono tutte così insopportabili: si truccano stramale e sono ossessionate dal fumo e dai film dell'orrore, però fanno morire dal ridere - e poi amano i marshmallow, e chi ama i marshmallow è mio amico. Mi sa che diventano odiose solo quando sono in gruppo.
Mi è venuto un paragone orribile, però lo scrivo lo stesso perché tanto il blog è mio: pensavo che magari c'erano dei nazisti che con la famiglia erano eccezionali, degli splendidi papà, tenevano i figli a cavalluccio sulle ginocchia e regalavano loro peluche a forma di coniglietti rosa.
Poi salutavano la mogliettina con un bacio e andavano ad ammazzare gli ebrei.
Brr, ma che film mi faccio? Di sicuro è colpa di quei due filmacci horror che abbiamo visto a casa della Fede.