giovedì 24 marzo 2011

Gente che passa


Sarà scritto in libri, poesie, sceneggiature teatrali; lo avrete sentito in film, videoclip e tragedie greche: se c’è qualcosa di certo, è che al mondo c’è gente molto strana. Per via di abbigliamento, strane abitudini alimentari o tic nervosi, camminando per la strada è improbabile non farsi impressionare almeno da un passante. Così nella vita. L’ennesimo ingresso di un originale nella mia, al solito, banale routine mi ha fatto ripensare agli altri trascorsi.
C’è questo A., conoscente prima di compagno di classe, al quale usiamo porre la seguente domanda: A., ma come cazzo ragioni? Uno che, durante la lezione, quando si sente rivolgere una domanda, estrae il libro, lo sfoglia, legge, lo chiude, alza la mano e dice: lo so io. Uno che, se gli chiedi un pezzetto di panino, è capacissimo di sputarci sopra e offrirtelo con un bel sorriso. Senza ironia. Uno che ti chiede di riti satanici e orge, uno che su Facebook ti scrive le porcate sulla bacheca e poi addossa la colpa a un immaginario cugino ottenne. Uno che dovrebbe avere quindici anni, e invece ne ha sette al massimo.
Poi un altro tizio, P., con cui ero insieme alla materna e da allora è sempre stato in classe con me, per undici anni, e ancora lo considero un perfetto estraneo – conosco meglio M. e L., viste per la prima volta cinque mesi fa.
Quest’altra scema, S., che una volta mi ha tirato un sacchetto della spazzatura (vuoto, grazie al cielo) in testa e, quando mi sono legittimamente incazzata, ha cominciato ad accampare delle scuse pazzesche per cui era stata tutta colpa mia e poi ha cominciato a dar fuori di matto quando sembrava che ci potevano essere conseguenze. Non ci sono state. Però alla fine la cretina ha cambiato scuola. Deo gratias.
Poi c’è la mia professoressa di italiano, una persona adorabile, secondo la quale i feti hanno le branchie e fra dieci anni al massimo avremo tutti due dita per piede, perché portiamo le scarpe. Oppure il professore di ginnastica, quello nuovo: appena entrato ci ha parlato amabilmente del ciclo per dieci minuti buoni a noi sei ragazze, di fronte ai nostri dieci compagni maschi. Ci ha detto di non volere favoritismi e poi ha letto l’elenco dei nostri nomi sul registro elargendo ammiccatine evidentissime a chi pareva a lui. Ci dice: voglio vedervi incazzati, su, tirate fuori le palle – non so nemmeno se si possa, in un Liceo Scientifico.
Poi la cuoca della mensa alle elementari, sempre senza calze in quelle ciabattine aperte. Inclinava sempre troppo il cucchiaio della minestra e un giorno mi ha quasi accecato con una mestolata di lasagne.
E poi le conoscenze passeggere, come quell’amico dei miei (mai più visto) pieno di tic: strizzare gli occhi, pulirsi compulsivamente le mani, toccarsi le orecchie, mordicchiarsi le labbra, grattarsi la nuca, strapparsi i peletti del sopracciglio, arricciarsi i ciuffi di capelli dietro le orecchie… e altre che ho dimenticato.
Una lontana parente incontrata alla cena per le nozze d’oro dei miei prozii: si presentò con un lussuoso abito di seta a fiori viola su fondo giallo. Una roba mostruosa, accecante. Spero di non incontrarla mai più, almeno con quel vestito. Potrei andare incontro a una crisi epilettica.
E ancora, quelli che nemmeno si fa in tempo a conoscere. La commessa ignorante del negozio di libri: ignorava l’esistenza del “Dizionario di Latino Castiglioni-Mariotti”, non sapeva come si scrive “Thomas Mann”. Quell’altra, del negozio di abbigliamento, ansiosa di vendermi le scarpebellissimecoltaccosuperallamoda numero 41 – io porto il 37.
E lei lo sapeva.
Di gente particolare è pieno il mondo. Di gente che sappia apprezzarla, un po’ meno.

lunedì 14 marzo 2011

Angrytudine

  1. Anobii non funziona.
  2. Hanno usato l'ex voce di lizzie McGuire per doppiare Scarlett Johansson in Il diario di una tata.
  3. Mi sono appena ricordata che Scarlett Johansson si è abbassata a recitare in Il diario di una tata.
  4. Probabilmente ho toppato il compito di Fisica
  5. Ho scoperto or ora che Mr X ha un'amichetta tedesca di nome Kat che gli lascia messaggini coccolosi sulla bacheca di Facebook.
  6. A giudicare dalle preferenze musicali e i suoi programmi tv preferiti Kat sembra pure simpatica.
  7. Anobii non funziona.
[Qui sotto ci doveva essere I'm so angry di Alice Cooper, ma visto che Alice Cooper mi ha sempre fatto parecchia ma parecchia impressione, non ce lo metto, il video. Basta il link, ok?]



domenica 13 marzo 2011

A cute post (with nothing mine)

There are no impossible dreams
There are no invisible seams
Each night when the day is through
I don't ask much
I just want you
[Ozzy Osbourne, I just want you]


                                                         
  
Felt like the road was way too long, yeah
Cause love is noise, love is pain
Love is these blues that I’m singing again
Love is noise, love is pain



[The Verve, Love is noise]





Well I know what I've been told
Gotta break free to break the mold
But I can't do this all on my own
No I can't do this all on my own
I know that I'm no Superman
I'm no Superman


[Lazlo Bane, I'm not superman]



I want to reconcile the violence in your heart
I want to recognize your beauty is not just a mask
I want to exorcise the demons from your past
I want to satisfy the undisclosed desires in your heart


[Muse, Undisclosed desires]



 
The looking glass so shiny and new
How quickly the glamor fades
I start spinning slipping out of time
Was that the wrong pill to take
You made a deal and now it seems you have to offer up
But will it ever be enough


[Florence and the machine, Rabbit Heart]


Who knows? Not me
I never lost control
You're face to face
With the man who sold the world



[Nirvana, The man who sold the world]
  

 



Le foto vengono da qui: http://weheartit.com/

Una ciofeca e mezzo

Ogni tanto leggo D di Repubblica perché secondo me le foto pubblicitarie sono molto fighe, e un paio di settimane fa (credo. La vecchiaia è una brutta bestia) lessi un commentino su Topi, di Gordon Reece e, molto ma molto prima, un articoletto su La dea cieca, di Anne Holt.
Non so voi, ma in genere quando mi parlano di un tizio che ha fatto per tutta la vita l'illustratore per bambini e poi è uscito di testa e ha scritto un thriller, e mi fanno vedere una copertina carina come quella della Dea cieca - opinione personale - ecco, mi sento stuzzicata.

In breve, la settimana scorsa li ho comprati tutti e due.
Uno faceva proprio schifo, l'altro un po' meno ma pur sempre niente di che. Andiamo con ordine:

Topi: dunque, il punto è che su questo libro io ci sbavavo. Ma sbavavo, eh. Bastava leggere la trama: due donne, madre e figlia, una con meno spina dorsale dell'altra (la figlia) si trasferiscono in un cottage isolato dopo che la loro famiglia si è sfasciata e la ragazzina, Shelley, ha subito del mobbing da parte delle sue ex migliori amiche. Poi succede parecchio casino.

Ok, ok, la storia merita, ma qua e là ci sono interi passaggi che mi danno sui nervi: allora, abbiamo corsivi ogni tre passi, ripetizioni in ogni dove e stereotipi a bizzeffe: il padre le lascia per una ventiquattrenne bionda con le tette grosse (uelà, che fantasia!) e le bad girls di turno fumano, se ne strafregano della scuola e passano le giornate a chiacchierare di vestiti e ragazzi. Poi sono mezze punk, con tatuaggi&piercing.
Oltre a ciò, avrei diverse domande da porre in quanto alle scelte stilistiche: perché decidere di far narrare una vicenda così complessa, così dolorosa, così adulta, a una sedicenne? In terza persona sarebbe stato molto più drammatico.
Eccolo il problema: Topi ha un sottotesto tragico, ma non si risolve in maniera soddisfacente quando si tratta di scegliere la strada da prendere. Nick Hornby l'avrebbe raccontato in maniera ironica, Cormac McCarthy prendendosi molto più sul serio - e in ogni caso il risultato sarebbe stato migliore di questa indecisione.

Si capisce al volo che Reece è alla prime armi.

 La dea cieca: non stiamo a menare il can per l'aia. E' una gran sòla.
Va detto che me lo dovevo aspettare, visto che in patria è uscito nel 1993 (17 anni di ritardo, ragazzi! 17!).

Me ne accorgo perché l'ho finito da cinque giorni e già non mi ricordo per bene la trama, ma solo un pungente senso di fastidio. La protagonista è insipida, insulsa, tratteggiata in modo vago; le indagini buttate là senza un minimo d'intreccio e senza cognizione di causa - dopo le prime quaranta pagine il quadro è già chiaro a chiunque, tranne che ai personaggi.
Un thriller noioso, piatto e sfibrante.

La foto di copertina è più bella del romanzo in sé.

Gordon Reece, Topi
Edizioni Giunti, 2010
Traduzione di Silvia Rota Sperti
Prezzo: euro 16,00

Anne Holt, La dea cieca
Edizioni Einaudi, 2010
Traduzione di Giorgio Puleo
Prezzo: euro 18,50


sabato 12 marzo 2011

Gute Trauer!* Sono arrivate le tedesche

 *Gute Trauer secondo Google Traduttore vuol dire "porca miseria". Non so se sia effettivamente così, in ogni caso declino ogni responsabilità al riguardo.

Funziona così: anche se a scuola nostra nessuno studia o ha qualche interesse nell'imparare il tedesco, abbiamo questa convenzione (chiamamola così) con una scuola di non-so-dove in Baviera. In terza liceo c'è addirittura uno scambio con 'sti germanici, e al momento, ebbene sì, siamo pieni di tedesche.

Miss Germania 2010. Ma porca...
 Il punto è che non sembrano proprio tedeschissime. Cioè, no, ora non vorrei fare del razzismo, ci mancherebbe altro, però in genere le *tedesche* uno se le immagina belle e bionde, delle balde vichinghe, insomma.

Se lo fossero, almeno si giustificherebbero le settimane e settimane e settimane di attesa sbavosa da parte di quei disgraziati delle terze.
Invece queste sono piccine, rotondette, morettine, e hanno dei nomi improbabili.

[Vabbè, i nomi improbabili me li aspettavo...]

Che, ripensandoci, coso, lì, Mr X ospita una tal Sonja. Umpf.
Speriamo almeno sia la più brutta di tutte.

Ma quanto sarò cattiva?